5 cose che ho capito della K Beauty e della Corea
Sono appena tornata da una settimana a Seoul con Yepoda - il brand coreano più conosciuto in Europa – e vi parlo di beauty. E non solo
Ho passato una settimana a Seul per un viaggio stampa organizzato da Yepoda - il brand di skincare coreana più virale della rete di cui vi parlerò per bene in uno dei prossimi post - e vi racconto 5 cose che ho capito della mitica K Beauty e della Corea in generale.
1. La glass skin non è solo una trend su TikTok ma una mania collettiva
Finora l’avevo vista solo sui social. Ma in Corea tutti (tendenzialmente i giovani) hanno la glass skin, cioè una pelle vetrificata, lucida. Ho partecipato a una masterclass con uno dei truccatori più top della Corea, Mr Ham (che ha truccato i BTS per capirci) e me lo ha confermato.
Va di moda, ed è considerata il massimo ideale estetico, la pelle glassata/glossata, innaturalmente lucida che a me verrebbe da tamponare con una velina. È una pelle da bambola di ceramica (neanche porcellana) o da anime. Non è glow, è proprio effetto vetro. È diverso. Ed è ovvio che può funzionare (ammesso che piaccia) solo su una pelle giovane. È, secondo me, un segnale evidente di un un rifiuto totale dell’aging e di un ricorso generalizzato alla medicina estetica.
2. Alla quantità di beauty store non c’è limite. Il caso Olive Young
In una stessa strada potete trovare 4 o 5 beauty store a distanza di 20 metri uno dall’altro. Il più diffuso è Olive Young, una sorta di Sephora coreana, ma molto molto più diffuso sul territorio. In tutta la Corea del Sud ce ne sono, secondo Statista, 1338. Non so esattamente quanti nella capitale, ma vi assicuro che sono tantissimi.
Gli store rimangono aperti fino alle 11 di sera e sono pieni di gente fino alle 11 di sera. È abbastanza incredibile. Tutti comprano beauty in continuazione come noi,.. non so… forse il pane! Ma neanche. Non mi vengono paragoni plausibili. E non credo che a Milano ci siano tante panetterie quanti Olive Young a Seoul.
3. In quanto a creatività ci danno una pista
Ci sono molti store, soprattutto in quartieri come SeongSu (paragonato giustamente a Brooklyn) realizzati in spazi dal design super moderno, che inglobano installazioni artistiche. Uno per tutti: Tamburins, negozio fighissimo di profumeria artistica e cosmetici all’interno del quale c’è un cavallo (giuro!) che sembra vero e ovviamente non lo è. È arte.
4. I cani sono figli
Girando per le strade di Seoul è facile notare che non ci sono cestini della spazzatura. Al contempo però le strade sono pulitissime perfino nei quartieri dove c’è tanto street food. Perché? Ho chiesto e mi è stato detto che i coreani si portano i rifiuti a casa e li buttano lì.
Ma se si passeggia con un cane come si fa? Non si fa, perché infatti di cani in giro non se ne vedono praticamente mai. E il motivo non è perché i coreani non amino i cani, anzi. Pare che li considerino come dei figli (così mi è stato detto) tanto da tenerli sempre chiusi in casa (i figli però non si tengono reclusi!) dove, in appositi spazi, è loro concesso fare pipì e cacca.
Quando, in rari casi, li fanno uscire li vestono come fossero bambini e li mettono in trasportini tipo passeggini (ne ho visti un paio) o dentro dei marsupi appositi. Al guinzaglio ne ho visto solo 1 in una settimana e anche per strada la pipì si fa sulla traversina!!!!
Considerata la maleducazione di alcuni padroni di cani italiani, si potrebbe anche pensare che sia positivo. Certo però, non fare uscire mai un cane di casa non mi sembra proprio sano.
Aggiungo una nota: solo lo scorso gennaio è stata varata una legge che vieta l’allevamento e l’utilizzo di carne di cane come cibo e i coreani avranno 3 anni per adeguarsi. Quindi: fino al 2027 continueranno a mangiarli e, contemporaneamente, a trattarli come toy o peluche! Strane contraddizioni.
5. L’acqua è preziosa
Nei bar, caffè e ristoranti non troverete l’acqua in bottiglia ma solo caraffe o distributori di acqua del rubinetto GRATIS che tutti possono prendere senza limiti. Vi rendete conto che risparmio energetico e ambientale immenso??? Perché non lo facciamo anche noi che invece siamo così dannosamente fissati con l’acqua in bottiglia? Di plastica, per giunta!
Per oggi mi fermo qui, ma sulla Corea e la K Beauty tornerò presto a parlarvi. Sopratutto per raccontarvi la storia, la visione e i prodotti di Yepoda che ringrazio infinitamente per questo viaggio super interessante
Vi segnalo però il pop up store Yepoda alla stazione centrale di Milano disponibile proprio in questi giorni ⬇️
Beauty Pills
Tema Corea anche per le beauty pills. Con qualche consiglio, non solo beauty
🍄 La profumeria artistica coreana arriva in Italia
Si chiama Born To Stand Out ed è un marchio molto interessante, da poco disponibile anche in Italia, di cui avevo già parlato in un pezzo su d intervistando il fondatore.
Lo trovate qui
🍄 La serie coreana che vi consiglio di guardare
Lo so, non sono una giornalista di serie/cinema ma mi permetto lo stesso di segnalarvi una serie che ho visto da pochissimo su Netflix. Si intitola “Se un alberto cade in una foresta”, ed è un thriller psicologico e anche un po’ filosofico che a me è piaciuto moltissimo.
Se lo guardate, fatemi sapere cosa ne pensate
🍄 Il caso editoriale
Con oltre un milione di copie, Il minimarket della Signora Yeom è il terzo romanzo più venduto di sempre in Corea e oggi in corso di pubblicazione in venti lingue, incluso l'italiano. L’ho letto qualche mese fa e non è uno di quei libri che rimarrà nella vostra memoria come uno dei libri più belli che abbiate letto, ma se volete capire qualcosa in più della Corea ve lo consiglio. È una storia delicata, di buoni sentimenti (a tratti mi ha fatto pensare a L’Eleganza del Riccio che però mi è piaciuto molto di più) e in cui si parla moltissimo di cibo. E il cibo, altra cosa che ho capito in questo viaggio, è un vero issue per i coreani.
Lo trovate qui
Anche per oggi è tutto. Vi aspetto, sempre più numerosi, il prossimo Lunedì
Interessantissimo questo spaccato sulla Korean Beauty.
Mi è venuta in mente una domanda: ma il beauty in Corea è popolare tra tutti i generi o rimane una cosa prettamente “femminile” come lo è ancora da noi in occidente? La presenza di tutti i beauty stores, aperti fino alle 11, e la cultura KPop mi fanno pensare a un rapporto diverso con il make-up, più normalizzato in cui anche i clienti devono essere tanti. È così? 😊