Confessioni di una neo-astemia
Non bevo da 7 mesi e vi racconto come sta andando: benefici, difficoltà, studi scientifici
Ho smesso di bere alcol lo scorso 14 Novembre. Non che fossi un’alcolizzata, ma ho sempre bevuto uno o due bicchieri di vino a cena, anche durante la settimana, poi c’erano gli aperitivi con gli amici, le flute di champagne nei pranzi di lavoro, i bicchierini di amaro dopo cena... Tutto ciò praticamente da sempre.
Vengo infatti da una famiglia in cui era normale che ai bambini si mettesse un goccio (o più di uno) di vino nell’acqua «per abituarli all’alcol», si diceva. E anche la birra annacquata era considerata una bevanda più sana della Coca Cola o della Fanta. Morale: bevo da quando avevo meno di 10 anni.
Smettere di bere alcol, quindi, è stata per me una rivoluzione totale.
Cosa è cambiato da quando ho smesso
All’inizio non è stato facile. Scardinare un’abitudine consolidata non è mai semplice. Mi sembrava punitivo e strano nello stesso tempo. Ma la cosa più difficile era spiegarlo agli altri. Tutti – amici, parenti, colleghi e conoscenti – erano abituati al fatto che non fossi astemia. Quindi quando a cena o a pranzo dicevo:
«Non bevo, grazie»
Seguiva la seguente conversazione:
«Come non bevi?»
«Ho smesso»
«Ma da quando?
«Dal 14 Novembre?»
«Periodo detox?»
«Tipo»
«E fino a quando?»
«13 Novembre 2024»
«Un anno!!! Allora è un fioretto»
«Tipo»
Facce perplesse, sguardi di commiserazione (un fioretto, bah): ho percepito diversi commenti negativi. Ma la decisione era presa: non volevo (e non voglio) bere per un anno e sono già a più di metà della mia personalissima sfida.
Le conseguenze sul mio fisico e sulla mia pelle non sono state immediate, ma con il tempo ho notato che:
ho più energie
non mi sento mai appesantita dopo i pasti
non mi sveglio più con gli occhi gonfi
non ho mai più avuto crampi durante la notte
ho la pelle più luminosa
sono tornata al peso forma di quando avevo 30 anni
Non è poca roba! Che sia vero quello che ultimamente dicono molti esperti e cioè che bere alcol faccia davvero male?
Bere alcol fa male?
La mia amica e collega Maria Elena Barnabi di recente ha scritto un pezzo su Gente in cui parla proprio di questo.
Intervistando Emanuele Scafato, direttore del centro dell’Oms per la ricerca e la promozione della salute sull’alcol e direttore dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità, Barnabi scrive:
«L’alcol è una sostanza altamente cancerogena, portatrice di più di 200 malattie e di 7 tipologie di cancro. È stato dimostrato che il secondo bicchiere di vino causa un aumento del 27% del cancro alla mammella nella donna e del 25% del cancro al colon nell’uomo»
E ancora:
«Non si deve bere fino ai 18-21 anni, finché cioè la corteccia refrontale, quella deputata alla razionalità, sia ben formata. E poi, nella vita adulta al massimo un bicchiere al giorno per le donne e al massimo due per gli uomini»
E anche l’Oms dice
Drinking alcohol is associated with risks of developing noncommunicable diseases such as liver diseases, heart diseases, and different types of cancers, as well as mental health and behavioural conditions such as depression, anxiety and alcohol use disorders.
An estimated 474 000 deaths from cardiovascular diseases were caused by alcohol consumption in 2019.
Alcohol is an established carcinogen and alcohol consumption increases the risk of several cancers, including breast, liver, head and neck, oesophageal and colorectal cancers. In 2019, 4.4% of cancers diagnosed globally and 401 000 cancer deaths were attributed to alcohol consumption.
Che sia il caso che non ritorni a bere?
La GenZ è astemia: o meglio beve di meno
Strano che siano proprio i più giovani a bere di meno, ma pare proprio che questa nuova generazione sia la più consapevole sui danni provocati dall’alcol e quindi la meno interessata a sbronzarsi.
Come ha dimostrato un'indagine di Marketplace, solo il 21% dei giovani della Gen Z beve super alcolici quando esce la sera, a fronte del 41% dei Millennial.
Bravi!
E poi ho scoperto i mocktail e i proxi
Comunque non bere non è così mortificante. C’è un mondo di bevande super interessanti. Mocktail (i cocktail senza alcol come il Virgin Mojito) a parte – che comunque non sono affatto male – ho scoperto l’universo dei proxi (le bevande chi imitano quelle alcoliche senza contenere alcol), dei fermentati (bevande che grazie alla fermentazione di elementi naturali somigliano molto al prosecco e ad alcuni vini frizzanti) e delle birre artigianali analcoliche.
Sull’account Instagram La Sobreria ho trovato spunti super interessanti e provato drink che non pensavo neanche potessero esistere: buonissimi!
Tipo Feral Drinks, start up analcolica fondata da Maddalena Zanoni, Sebastiano Pontalti, uno scienziato che studiava micro-biologia in Olanda, Andrea Frigerio, che faceva il birraio a Roma. Ecco cosa raccontano:
«Siamo partiti da ingredienti dimenticati e sottovalutati come le barbabietole. Dal loro succo facciamo una fermentazione da ceppi di micro-organismi selezionati per non generare alcol ma acidità e corposità. Mettiamo poi in macerazione con spezie ed erbe e otteniamo i nostri drink. Non sono soft drink e non sono un vino. Ci piace giocare con le sensazioni, mettiamo del piccante, aggiungiamo del calore, questo ci aiuta a rendere l’esperienza del bere più lenta, più degustativa e meno da soft drink. Ci obbliga a fare una pausa, un po’ come succede per l’alcol ma senza l’alcol».
Io ve li consiglio. Poi fatemi sapere cosa ne pensate.
Tornerò a bere alcol? Sì, ma non come prima. Qualche volta, quando ne vale la pena. Non come abitudine quotidiana, non come abitudine social.
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Ciao! Al prossimo Lunedì