Di face yoga, cellule zombie e cene che allungano la vita
Vi racconto in breve la mia settimana: dalla sessione di esercizi yogici per il viso alla parmigiana vegana
Foto di Motoki Tonn su Unsplash
A una presentazione di un noto marchio cosmetico giapponese tenutasi la scorsa settimana a Milano c’era una rinomata trainer di face yoga (che poi lo yoga avrebbe origini indiane quindi in teoria non ci azzeccherebbe molto con il brand nipponico, ma sorvoliamo), una nota trainer, dicevo, nonché una delle beauty content creator più preparate (Claudia Ciocca) che ci ha guidato in 20 minuti intensivi di esercizi facciali. Lei, brava e simpatica, quindi niente da dire. Non so però, in tutta sincerità, se mi è scattato il click per il face yoga.
Per farvi capire di cosa si tratta vi faccio vedere uno dei video di Claudia.
@claudia___ciocca
Cos’è il face yoga?
Il face yoga è una disciplina mutuata dallo yoga che, mettendo in moto tutti i muscoli del viso, permette non solo di tonificarli ma anche di stimolare la circolazione sanguigna e linfatica. Abbinato alle tecniche di respirazione yogica consente inoltre di sciogliere le tensioni e riequilibrare le energie e i chakra. Allenandosi regolarmente la pelle del viso dovrebbe diventare più tonica, le palpebre meno cadenti, le rughe meno visibili.
Secondo me, esattamente come lo yoga, praticato regolarmente il face yoga dà sicuramente dei risultati. Farò gli esercizi suggeriti? Non saprei. Al momento mi dà grande soddisfazione usare i vari Gua Sha (tool di giada o di ceramica per fare massaggi facciali) che mi rullo sul viso mattina e sera. In realtà un gesto non escluderebbe l’altro, ma per praticare face yoga dovrei studiare o fare un corso. Quindi, al momento, mi limito a usare il mio roller tutte le mattine dopo essermi messa i molteplici strati di sieri, creme e lozioni quotidiane. Basterà? Non so, ma credo che la migliore regola cosmetica che tanti anni fa il dermatologo Antonino Di Pietro mi suggerì, sia:
«Fai tutto quello che sensorialmente fa star bene la tua pelle. Una crema, per esempio, è come un vestito: quando la metti deve essere confortevole, non deve tirare e deve darti sensazioni piacevoli »
Ecco, a me i Gua Sha mi fanno star bene. Quindi continuo.
Le cellule zombie
Lo dico subito: non sapevo cosa fossero le cellule zombie. Poi sono stata allo Chenot Espace presso L’Albereta Relais & Chateaux, un posto magnifico in Franciacorta che non posso non consigliarvi, e mi si è aperto un mondo.
In pratica le cellule zombie sono cellule né attive né morte che stanno lì, nelle profondità cutanee, a dare solo fastidio perché secernono delle sostanze che danneggiano le cellule che ancora attive. Quindi per mantenere la pelle giovane, vanno eliminate. Come? Con prodotti ad hoc (come quelli che hanno messo a punto i laboratori Chenot) ma anche con un regime dietetico specifico. Henri Chenot, come sicuramente saprete – e se non lo sapete dovrei dedicare un’intera newsletter a parlarvi solo di lui – precorrendo tantissimo i tempi ha inventato il concetto di…
Dieta detox, una dieta cioè che consente all’organismo di sottoporsi a un processo di reset totale per poi riattivare il metabolismo al massimo delle sue potenzialità.
Cosa c’entra la dieta con le cellule zombie? C’entra eccome. Perché il digiuno – che non significa non mangiare tout court, ma significa “ingannare” il metabolismo con un’alimentazione sotto una determinata soglia calorica che simuli un digiuno vero e proprio oppure creare intervalli di tempo di 13 o 16 ore al massimo in cui non si assume cibo – attivando l’autofagia (cellule che mangiano altre cellule) fa in modo che le famigerate zombie siano fatte fuori.
Questo non fa bene solo in un’ottica di perdita di peso ma influisce sulla longevità: in sintesi, eliminare le cellule senescenti attiva la giovinezza. Della pelle e di tutto l’organismo.
Vi ho convinto? Fatemelo sapere nei commenti
Le cene che allungano la vita
Rimanendo sul tema longevità e dieta, sempre a L’Albereta ho provato una cena senza grassi, carboidrati, sale e olio, 100% vegana. Un supplizio? Incredibilmente no. Anzi, il contrario. Il giovane chef catanese Ettore Moliteo ha preparato una sequenza di 5 portate, una più buona dell’altra, e tutte detox alla Chenot. Buone, gustose, saporite, sazianti. Certo, un pezzettino di pane da “pucciare” (come si dice qui a Milano) negli intingoli, lo avrei apprezzato. Ma, come dicevo, i carboidrati erano off. Quindi niente “puccia”.
Il menù della cena a L’Albereta
Al termine della cena mi hanno regalato il libro di ricette dello chef, Detox a casa - La scienza in cucina per promuovere l’invecchiamento in ottima salute ( Guido Tommasi Editore) e l’idea quindi è provare a replicarne qualcuna a casa. Se riesco, vi aggiorno.
Il libro Detox a casa con le ricette curate dall’Executive Chef Ettore Moliteo
Quello che è certo è che l’alimentazione come strumento per rallentare l’invecchiamento non solo cutaneo ma generale, è uno dei temi clou del 2024, come sottolinea anche Mintel, una delle principali agenzie di trend forecasting del mondo:
“Proper nutrition plays a pivotal role in maintaining overall health as we age, and it can significantly impact the development and progression of age-related conditions such as diabetes, bone and joint issues, and heart disease.”
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Sempre a proposito di podcast (prima o poi devo fare un post sui podcast beauty/benessere), Valeria Da Pozzo presenta Chiusa Fuori: un racconto per riflettere sulle proprie dinamiche interiori e svelare ciò che succede dentro ciascuno di noi ogni volta che proviamo a riscrivere il nostro vissuto.
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