La foodification del beauty
Accattivanti come dolci e caramelle i cosmetici saziano la fame emotiva dilagante. La glazed skin invece oggettivizza il viso delle donne. Analisi pisco/politica di una tendenza molto attuale

Prendo spunto da un paio di articoli (di BeautyMatter.com e @SoldoutserviceItaly) che ho letto in questa settimana di ferie e vi parlo di un fenomeno molto recente che sta dilangando nel mondo della bellezza: ovvero la sua foodification. Cosa intendo? Mi riferisco a come i cosmetici stiano diventando sempre più appetibili e golosi facendo leva sulle connessioni con il cibo per conquistare un’audience sempre più affamata e sconfinata.
Glazed Donut Skin
Pensiamoci un attimo molto bene: ma chi vorrebbe davvero avere una pelle glassata (e appiccicosa) come quella di una ciambella fritta?
Secondo me nessuno. Eppure è stato (ed è) un trend social di dimensioni stratosferiche: ne hanno parlato tutti i siti e tutti i magazine, e su TikTok l’hashtag relativo è arrivato a contare oltre 1.5 miliardo e mezzo di visualizzazioni.
La glazed skin in realtà è esattamente la stessa cosa della glass skin che ossessiona tanto i coreani. In entrambe i casi si parla di una pelle fake, vetrificata come quella di una bambola di porcellana. Ma chiamarla glazed (glassata invece che vetrificata) richiama un gesto carnale e primario come quello del mangiare. Una pelle-ciambella da prendere a morsi.
È l’oggettivazione cannibale di una parte del nostro corpo e come tale mi sembra inquietante.
Il boom dei profumi gourmand
In un’intervista per d la Repubblica, Laura Bosetti Tonatto, grandissima creatrice di profumi e fondatrice del brand Essenzialmente Laura, mi aveva detto che le fragranze gourmand (quelle che richiamano aromi alimentari) pur avendo successo ormai da molti anni a questa parte - più o meno da quando Oliver Cresp si è inventato Angel di Thierry Mugler nel 1992 - ultimamente hanno conquistato un pubblico sempre più vasto e anagraficamente trasversale.
«Mangiare è una forza ancestrale, è la primordialità dell’istinto di sopravvivenza. E prediligere sentori gustosi, soprattutto dolci, quelli cioè più gratificanti e che soddisfano anche la bellezza dell’appetito, è una spinta naturale. L’olfatto è istinto e attraverso le note gourmand fa scattare nel cervello emozioni di gratificazione», dice Bosetti Tonatto.
Ma i profumi gourmand di adesso sono forse più dolci che mai. La nota star del momento è la vaniglia, seguita a stretto giro dal pistacchio spesso in versione caramellato.
Altra conferma è il successo planetario delle Acque Profumate di Sol de Janeiro. Non so se le avete presente, ma sono la quintessenza delle fragranze zuccherine.
Tutti profumi cioè da carie ai denti. Virtuali però. Possiamo spruzzarle a profusione senza davvero intaccare l’arcata dentale e senza ingrassare di un grammo. E proprio questa sarebbe la loro prerogativa: in un periodo storico in cui, archiviata la body positivity, si punta ad avere un corpo perfettamente magro e si dimagrisce con estrema facilità e in poco tempo grazie a pillole come l’Ozempic, l’unico conforto alimentare che ci resta è quello dei profumi.
Marketing sensoriale
Il marketing ha capito che il cibo è un tema attualmente molto hot e che sfruttandone le implicazioni psicologiche si vende di più. Ecco perché molte campagne beauty (e anche moda) sfruttano questo meccanismo saziando quella che gli psicologi chiamano “fame emotiva”.
La campagna di Rhode Skin - il brand virale di Hailey Bieber (da pochissimo venduto a e.l.f.) - tutta dolci, miele, gelati e creme è un esempio lampantissimo.
Per saziare la fame emotiva non si mangia, ma si compra. E i brand ringraziano
Lip oil… da leccarsi i baffi
I golosissimi Lip Oil sono un trend che sembra non conoscere tregua. Di qualsiasi marchi si parli sono tutti prodotti che sanno di miele (Nuxe, Gisou e Guerlain), di cioccolata e vaniglia (Laneige), di dolci e frutta (Kylie e Fenty).
Segnalo che Laneige ha perfino diffuso la ricetta per fare i donuts nel post di lancio dei suoi lip oil!
Candy pack
Non solo le formule hanno ingredienti e aromi alimentari, anche i packaging richiamano caramelle, leccalecca o, come nel caso del fondotinta cushion di Mistine (brand thai) che a febbraio ha vinto i Cosmoprof Awards, i macaron.
I toy pack piacciono sicuramente all’audience teen che ormai è diventata una fascia di mercato sempre più consistente nel mondo beauty. Ma anche alle loro mamme che usando i cosmetici delle loro figlie/figli si sentono giovani forever.
Beauty pills
Get ready with…. Labubu
e.l.f. e il meraviglioso creator Joe Hegyes hanno diffuso un post in cui l’odiosa Labubu, il charm peloso che si attacca alle borse, prende vita e fa un divertente get ready with me. Guardatelo please!
L’empatia è scienza, non fantascienza
Vi segnalo questo post sulle basi scientifiche dell’empatia. Non ho, come al solito, trovato il link allo studio scientifico in questione ma praticamente si dice che tra mamma e figlia, attraverso lo sguardo, si creerebbe una sorta di risonanza e quindi una connessione con fondamenti biologici. Interessante no? Se solo potessi approfondire…
Lo schermo di Guerlain
Non potevo non consigliarvi almeno un prodotto. Quello della settimana è lo schermo solare di Guerlain. Tra tutti quelli che ho provato (tanti finora, vi assicuro) questo è il mio prefe. Perché? È super idratante, non macchia magliette e vestiti quando me li infilo dopo averlo applicato sul viso, e con il caldo non cola. Consiglio!
Lo trovate qui
Al prossimo lunedì