Il cacciatore di profumi
Sapevate che esiste chi, di mestiere, fa lo scent hunter? Ne ho intervistato uno sull'ultimo numero di d e qui ve lo ripropongo
Su uno dei numeri di d usciti sabato scorso (che erano due numeri speciali, da collezione, in formato Maxi e con due temi a specchio: vicino e lontano) ho intervistato Dominique Roques, scent-sourcer, cacciatore di profumi di fama internazionale, richiestissimo da tutto e le case essenziere. Lui in pratica fa il lavoro dei sogni: gira il mondo alla ricerca di essenze sconosciute.
Vi riporto l’intervista perché per chi è appassionato di profumi credo sia super interessante conoscere una figura interessante come Dominique che lavora nel backstage del mondo delle fragranze.
Come si diventa cacciatore di profumi?
«Per me è stato il destino. Ho studiato economia, ma poi ho deciso di fare il boscaiolo perché mi piaceva stare in mezzo alla natura. Casualmente ho conosciuto delle persone che stavano progettando una distilleria di essenze: volevano lavorare con gli aghi di pino e ho deciso di dar loro una mano. L’azienda con il tempo è cresciuta e da lì ho iniziato ad avere a che fare con le case essenziere. Poi mi ha chiamato Firmenich (una delle maison di essenze più famose del mondo, ndr) e sono ufficialmente diventato un sourcer»
Quando parti per una missione sai già cosa stai cercando?
«Dipende. Se, per esempio, vado in Bulgaria per la rosa, so già da chi andare e il mio lavoro è verificare qualità e quantità. Ma anche in quel caso magari mi metto a cercare nuovi fornitori e allora giro per i campi cercando di scovare chi ci lavora, fermandomi a parlare con loro per capire cosa serve per avere le rose migliori»
In oltre 30 anni di lavoro, qual è stato l’incontro che ti è rimasto più nel cuore?
«Quello con i raccoglitori di resina degli alberi di incenso in Somaliland. Sono persone che lavorano negli stessi luoghi e con gli stessi strumenti dei loro antenati 5000 anni fa»
Quali sono oggi le materie prime più rare e preziose nella profumeria?
«La più rara è l’ambra grigia, una secrezione naturale delle balene che galleggia negli oceani e si deposita sulle coste. Non si sa mai dove e quando si possa trovare. Le più preziose invece sono gli estratti di radici di iris e di legno di Agar. L’Olio di Agarwood può raggiungere i 50 mila euro al chilo»
Qual è l’ingrediente più difficile da reperire e perché?
«La vaniglia. La povertà estrema in Madagascar porta a una serie continua di crisi: il prezzo dei baccelli può passare da 30 dollari a 600, da un raccolto all’altro».
C’è una materia prima che, secondo te, meriterebbe più riconoscimento?
«Alcune note legnose come il ginepro o un legno straordinario ancora poco conosciuto del Paraguay: il guaiaco, noto anche come palo santo».
Quali sono le principali sfide che i produttori devono affrontare in termini di sostenibilità?
«Rispondere alle nuove esigenze delle grandi aziende di profumi, fronteggiando una forte pressione sui prezzi. L’industria desidera che tutte le comunità locali siano pagate equamente, ma allo stesso tempo è riluttante a pagare prezzi più alti».
Esistono fiori e piante a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici e dello sfruttamento eccessivo?
«C’è stato uno sfruttamento eccessivo all’inizio del XX secolo, come nel caso del legno di rosa nella Guyana Francese o del sandalo in India. Oggi alcune coltivazioni spontanee sono ancora a rischio, ma l’informazione è più veloce e accurata di un tempo. I cambiamenti climatici porteranno sicuramente alcune aree a interrompere determinate culture, soprattutto per la mancanza di acqua, ma si sposteranno in aree più protette e non scompariranno».
Come si può bilanciare la crescente domanda di ingredienti naturali con la necessità di preservare la biodiversità?
«Gli ingredienti naturali non minacciano la biodiversità. Le raccolte spontanee (balsami, resine, legni…) contribuiscono a mantenere in attività aree molto remote senza danneggiare l’ambiente».
Quanto sono importanti l’origine e la qualità dei componenti nel risultato finale di un profumo?
«Molto. Sostituire un vetiver di Haiti con uno dell’India cambia completamente il risultato della composizione»
Oggi che i profumi vengono creati con l’AI e le essenze sintetiche possono replicare quasi tutto, qual è il valore aggiunto delle materie prime naturali?
«È un valore enorme. La loro complessità non è eguagliabile e la presenza nel bouquet porta rotondità e morbidezza. Tutti i profumieri vorrebbero includere molte più materie prime naturali, ma spesso non possono solo per ragioni economiche».
Beauty pills
Il 22 aprile è la giornata internazionale della Terra, vi segnalo alcune iniziative beauty:
REFILL ECONOMY
YSL Beauty, annuncia l’inizio dell’Era del Refill, in linea con REDUCE OUR IMPACT, il programma che si impegna a proteggere e preservare il mondo in cui viviamo, utilizzando i confini planetari come base per definire i propri obiettivi di sostenibilità per il 2030. A questo si aggiunge REFILL TO REWILD, programma attraverso il quale i consumatori possono non solo ridurre i rifiuti, ma contribuire anche alla protezione e al ripristino degli ecosistemi naturali più vulnerabili. In pratica: a partire da agosto 2023, le versioni Eau de Parfum delle fragranze iconiche di YSL Beauty - LIBRE Eau De Parfum, MYSLF Eau De Parfum e Y Eau De Parfum – sono disponibili in flaconi ricaricabili, diventando simbolo di questo cambiamento.
KM ZERO
Mediterranea celebra la giornata internazionale della terra con la sua linea più iconica: TERRAZZE DI LIGURIA. La linea, a filiera corta, è composta da 4 trattamenti corpo in cui il filo conduttore è l'Olio Extravergine di Oliva DOP Riviera Ligure - Riviera dei Fiori a cui si aggiungono preziosi estratti e oli essenziali
ACQUA PREZIOSA
Aveda ha un progetto in collaborazione con Oxfam: donare €30.000 che corrispondono a 3M di litri di acqua pulita
Al prossimo Lunedì
Mi ha sempre fatto specie che l'ambra grigia sia una specie di ostruzione intestinale che il capodoglio espelle con le feci o il vomito.. e pensare che costa pure 50k di euro al chilo! :))) Comunque super interessante, mi ha fatto venire voglia di diventare una cacciatrice di profumi :D Sicuramente la parte più bella e difficile del lavoro è scoprire nuove essenze, oggi molti le creano con dei mix naturali e sintetici per creare fragranze inedite (escentric molecules, entre d'eux & co).
Brava Susanna! Molto molto interessante questo articolo sul cacciatore di profumi! Forse ti ricorderai che io ho lavorato per 15 anni per una grande casa essenziera, sapevo dell'esistenza di questi professionisti ma non ne conoscevo così a fondo il mestiere.
Un abbraccio
Piera