L'abbronzatura è una questione politica
Cosa c'è dietro il ritorno della moda della tintarella? Ne ho parlato con una sociologa
«La pelle è una tavolozza attraverso la quale costruiamo un’identità». Così mi ha detto Roberta Sassatelli, docente di sociologia all’Università di Bologna. E da qui sono partita per analizzare l’ultimo fenomeno dei social: il ritorno dell’abbronzatura stile anni 80.
Mi sono chiesta: ma come è possibile che dopo tutto quello che si dice e continua a dirsi intorno al sole (che fa male, che provoca i tumori, che bisogni starci attenti), sia tornata la tintarella tipo mocassino invecchiato'?
Ho quindi chiamato una sociologa e l’ho sommersa di domande. Ne è uscito un pezzo che potete leggere anche sull’ultimo numero di d la Repubblica.
Qui vi riassumo dei passaggi e aggiungo ulteriori riflessioni.
La sociologa mi ha infatti fatto notare come premessa generale che, «La società dei consumi è sempre desiderosa di novità. Quindi se prima l’abbronzatura non andava di moda è abbastanza normale che adesso sia tornata ad esserlo». Questa è la premessa.
Ma le motivazioni sociali dietro al fenomeno sono molto diverse rispetto al passato. Non si tratta più di uno status symbol come era negli 80 e anche nei 50. Adesso lo sfoggio della tintarella rivela un malessere. E infatti è una tendenza che ha colpito soprattutto la GenZ: secondo un sondaggio del 2024 dell’Orlando Health Cancer Institute, una persona su sette sotto i 35 anni crede che i prodotti schermanti siano dannosi e da un’altra ricerca (American Academy of Dermatology Association) è emerso che la metà dei giovani intervistati ha dichiarato di essersi scottata lo scorso anno e il 64% di dimenticare spesso di applicare il solare.
Spiega Sassatelli
«Si tratta di ragazzi che hanno vissuto la tarda adolescenza chiusi in casa per giorni davanti al computer a causa del Covid e che oggi, per reazione alle emozioni di quel periodo, sono attratti da un’estetica positivizzante che richiama la natura e la vita outdoor. L’abbronzatura quindi non è il simbolo del potersi permettere una vacanza – oggi più accessibile che in passato – ma il voler dire: io non sto a casa, sono fuori, all’aperto, al sole»
E del cambiamento climatico, chissenefrega:
«Essere abbronzati significa che siamo resilienti al cambiamento climatico. Non ci spaventa. Sappiamo adattarci»
A tutto questo si aggiunge Trump che da un lato, in linea con l’estetica Maga, promette agevolazioni fiscali per i lettini solari e dall’altra il suo governo è fortemente sostenuto (soprattutto Robert Kennyedy junior) dal movimento dei sunscreen truthers (i negazionisti della protezione solare) che nella loro propaganda anti spf sostengono che i filtri causino più tumori del sole.
Ed ecco che abbronzarsi o non farlo, usare il solare protettivo o farne a meno diventa una questione politica.
Qui un pezzo molto interessante di Beauty Matter che spiega il trend:

E anche Fortune ne parla:

Mi ha colpito molto che:
Uno dei post anti-protezione solare più virali è di MatrixMysteries, un utente che crede negli Illuminati e diffonde teorie del complotto di estrema destra in stile QAnon come Pizzagate, Nuovo Ordine Mondiale e Big Pharma. Il post, “La luce solare causa il cancro—una bugia guidata dalla paura”, è nato su X ed è stato visto più di 1,4 milioni di volte (al momento della pubblicazione), ripostato 1.700 volte su X (al momento della pubblicazione) e anche sulle piattaforme estremiste come Truth Social.
E hanno perfino travisato un’intervista rilasciata da Barbara Sturm, fondatrice del brand omonimo, in cui il biohacker Gary Brecka le fa dire che rafforzare la pelle con esosomi può ridurre la necessità di protezione solare. Peccato che la stessa Sturm abbia in gamma un solare da 160 dollari.
Complottisti a parte, però, sulla correlazione sole e danni alla pelle c’è una letteratura scientifica lunghissima e accreditata. E che il sole faccia più danni di prima, e proprio per il cambiamento climatico, è un dato di fatto:
«I raggi UV rimangono una delle cause primarie del tumore alle pelle oltre che del fotoinvecchiamento. La pelle non dimentica: una volta che un’esposizione eccessiva ha causato un danno, è irreversibile. Ma non solo: i danni si accumulano e gli effetti, al momento non visibili, compaiono più avanti nel tempo quando non c’è più nulla da fare», dice ricorda Camilla D’Antonio, farmacista, founder e direttrice scientifica del brand Miamo.
Che continua:
«Dovremmo almeno far passare il messaggio che la moda dell’abbronzatura non è per tutti i fototipi. I più chiari, il primo e il secondo, non producono abbastanza melanina per scurirsi in modo sostanzial. E anche i più tan addicted dovrebbero evitare il sole quando l’UV index è troppo alto perché la produzione di radicali liberi è talmente elevata che anche con la protezione solare massima non si scherma mai abbastanza la pelle. Per finire: consiglio di fare scattering, cioè alternare 30 minuti di sole a 30 di ombra per dare modo alla cute di recuperare».
Beauty Pills
Oggi, rimanendo in tema abbronzatura, vi dico la mia playlist di solari
1 L’Erbolario
Perché mi piace: perché è viso/corpo. Quindi se parto per un weekend me la porto (sono solo 75 ml) e sono a posto. Idrata, non unge, protegge. Perfetta
Il sito ufficiale
2 Avène
Perché mi piace: È invisibile. Perfetto anche in città
Qui dove comprarlo
3 Lanolips
Perché mi piace: Perché è piacevole, non appiccica, idrata e protegge le labbra con un spf30. Infatti sul sito è sold out
Questo il sito dove cercarlo
Al prossimo lunedì
Ciao Susanna! Secondo me l'abbronzatura è tornata di moda anche perché le case cosmetiche hanno sviluppato solari ad altissima protezione che, al contrario di quanto avveniva in passato, consentono di abbronzarsi comunque. E non sono visibili. Quindi si sta al sole di più perché comunque protetti. E ci si abbronza senza rischi, almeno teoricamente. Non sono cosi esperta da sapere se queste creme invisibili con filtro 50+ consentono di abbronzarsi davvero senza rischi. Però io a esempio quest'estate sto usando il gel in stick di Shiseido 50+, totalmente invisibile, e sono abbronzata. Anche Avene che tu stessa citi nel tuo articolo ha fatto un prodotto invisibile, ma lo è un po' meno, perché in crema e non in gel. Uso,lo,lo stick sul viso e la crema di Avene sul corpo. La mia fiducia cieca per questi due brand, che come sai conosco molto bene, mi fa pensare che siano sicuri. Io credo che la sociologa che hai intervistato abbia detto delle cose molto interessanti, ma abbia dimenticato una cosa, che favorisce il desiderio di abbronzatura : dopo il pallore invernale, tendente al grigio-verde per noi milanesi, un po' di colore ci rende tutti più belli. Abbronzatura leggera, attenzione, non marrone scuro tipo Carlo Conti, che invecchia e indurisce i lineamenti!
Grazie Susanna, sempre interessante leggerti.
Piera