Made in Italy: la bellezza parla italiano
La maggior parte dei trucchi del mondo sono italiani. Anche Rare Beauty di Selena Gomez e Rhode di Haley Bieber. Vi spiego perché
Non credo sia noto ai non addetti ai lavori che l’Italia è il paese dove si produce circa il 70% del makeup di tutto il mondo. Vuol dire che è 100% Made in Italy la maggior parte dei trucchi firmati dalle grandi case di moda, dai marchi beauty storici e dai brand nuovi più di successo.
So cosa state pensando. Vi starete sicuramente chiedendo:
“Perché mai dovrei comprare un mascara firmato se quello non firmato mi costa la metà ed è fatto dalla stessa azienda?»
Domanda lecita, ma la risposta lo è altrettanto. Proprio parlando di mascara, l’azienda che ne produce di più al mondo è in provincia di Crema e si chiama Ancorotti. Hanno 327 clienti (marchi beauty per i quali lavorano), 47 paesi dove esportano i prodotti e 120,000,000 cosmetici realizzati ogni anno.
Ancorotti fa quello che il cliente gli chiede di fare: quindi se gli chiedono di realizzare un mascara-Ferrari fa una Ferrari, se gli chiedono una Panda, fa una Panda.
«We capture each brand’s identity to craft tailor-made makeup and skincare products», dicono da Ancorotti.
Morale: potete tranquillamente continuare a spendere 48 euro per un mascara firmato perché vorrà dire che stato comprando un prodotto di eccellenza. Il fatto che paghiate anche il nome del brand già lo sapete, ma in linea di massima, i grandi marchi (penso a Chanel, Armani, Dior), solo per fare qualche nome) hanno a cuore fare grandi prodotti, in sintonia con l’immagine e la qualità della maison.
Questo non vuol dire che un mascara “pop” come Kiko (sempre per fare esempi concreti) non sia performante. Anzi! Tornando alla metafora automobilistica, sfido chiunque a pensare che la Panda sia una macchina poco performante. La Panda è affidabile, pratica, democratica, trasversale, evergreen. Idem i mascara di marchi come Max Factor, Rimmel, L’Oréal Paris e appunto Kiko: tutti ottimi prodotti di brand per i quali l’accessibilità dei prezzi è un valore imprescindibile. Io li ho provati un po’ tutti negli anni e mi sono trovata sempre benissimo.
Selena Gomez sceglie l’Italia
Ma l’Italia è il paese dove producono i loro cosmetici anche marchi super nuovi e di grandissimo successo soprattutto tra i giovanissimi e sui social come Rhode (il brand di Haley Bieber), Rare Beauty (il marchio super cult di Selena Gomez) e Tower 28 (brand di clean beauty molto famoso in Usa e non ancora arrivato da noi).
Piccola nota di servizio: il mascara di Rare Beauty è il migliore che io abbia provato negli ultimi anni!
Anche Fara Homidi
Fara Homidi è invece una giovane makeup artist americana di origini afgane molto conosciuta nei backstage delle sfilate. La performance di Bella Hadid che alla sfilata di Coperni dello scorso ottobre sfila nuda per poi farsi “vestire” da uno spray texturizzante bianco è opera sua, tanto per fare un esempio. Ma le sue collaborazioni con i grandi marchi della moda non si contano: da Off-White a Ferragamo, da Chloé, a Hermès e Miu Miu.
Da un paio di anni Fara ha deciso di fare una sua linea di makeup omonima, super esclusiva, super ecologica, super di nicchia. Super!
«L’obiettivo era creare un marchio tecnico, di qualità molto elevata, luxury, che però avesse una visione estremamente legata alla moda. Sul mercato non ci sono brand che hanno entrambe queste caratteristiche»
Indovinate dove sono realizzati i suoi prodotti così esclusivi? In Italia ovviamente.
«I colori realizzati in Italia sono i migliori in assoluto, le tecnologie sono all’avanguardia, le produzioni sono etiche, le materie prime eccellenti: mi sembrava doveroso farlo sapere. E poi, non lo scriva, ma sono pazza dell’Italia!», mi ha detto quando ho avuto modo di intervistare per d repubblica
Per la cronaca, Fara Homidi Beauty è distribuito in Italia da un’altra eccellenza tutta nostrana: il portale di cosmetica clean di altissimo livello e qualità The Beautyaholic’s Shop fondato da una grande imprenditrice visionaria Paola Malaspina.

Perché il trucco è prodotto in Italia?
Come dice Fara Homidi, la risposta è semplicissima: siamo i migliori. Ogni tanto vale la pena dirselo e ripeterselo.
Inoltre, come spiega Gianandrea Positano, responsabile Centro Studi Cosmetica Italia, c’è un altro motivo che spiega il successo della cosmetica Made in Italy
«Le aziende italiane sono le uniche in grado di realizzare anche piccole quantità (solo 1500 pezzi) di prodotti per brand che vogliono provare a cavalcare una tendenza specifica o testare un nuovo colore sul mercato»
I nostri terzisti (si chiamano così le aziende che producono per conto terzi) sono quindi più bravi, veloci e agili. E non è un caso quindi che continuino a crescere e a espandersi. C’è un pezzo molto interessante sull’argomento (forse un po’ tecnico) che vi consiglio di leggere, pubblicato di recente su Pambianco News (trovate il link all’articolo nella dida della foto qui sotto)
E ne ha parlato, sempre solo qualche giorno fa, anche Beautymatter, altra testata di riferimento che se siete appasionati di beauty e volete saperne di più sull’industria cosmetica dovete seguire.
Conclusioni
L’industria beauty italiana, anche grazie ai terzisti di cui ho parlato oggi, è uno dei settori più in salute di tutto il panorama economico italiano. Secondo i dati di Cosmetica Italia il fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia nel 2023 raggiunge i 15 miliardi di euro con una crescita del 13,3% rispetto all’anno precedente. Le previsioni per il 2024 proiettano un ulteriore andamento positivo, +9,8%, che porterà il valore del fatturato a 16,5 miliardi di euro.
So che i numeri possono risultare noiosi, ma sono estremamente emblematici. I numeri parlano chiaro. Altro che moda. Scusate eh, ma siccome della moda si fa sempre un gran parlare e del beauty meno, mi viene spontaneo dargli la luce che gli spetta. Guardate questa schermata che ho fotografato durante una conferenza stampa di Cosmetica Italia: i cosmetici sono al primo posto del Made in Italy! È una grande risultato ed è giusto dirlo 👏🏻👏🏻👏🏻.
Beauty pills
I bastoncini che amo
Personalmente non amo tanto le candele (che poi c’è tutta la polemica che siano anche inquinanti), ma i profumatori d’ambiente invece sì. E vi dò una dritta: se li mettete dentro l’armadio (o la cabina armadio), è una figata.
Mediterranea è un marchio che mi piace. Anche in questo caso, un po’ come per Clarins, è una storia di famiglia, legata al territorio (la Liguria), con una grande attenzione agli ingredienti locali e di origine naturale. Questa qui sotto è la novità della stagione.
Sembrano gloss, invece sono profumi
Sono piccoli stick, grandi come un gloss, o meglio un blush, e sono dei profumi solidi. Li ha fatti Roger & Gallet e sono deliziosi. Non sono una supernovità perché in un passato molto lontano si usavano dei profumi da borsetta in versione solida. Poi però è un’usanza che si è andato un po’ perdendo e adesso sono tornati. Perfetti secondo me da portare in viaggio, nel bagaglio a mano e non rischiare che ai contralli ti facciano storie. O in borsa, in città, e non rischiare che ti si rompa la boccetta nella tracolla.
Marea
Marea in tedesco si dice GEZEITEN e così si chiama un marchio di skincare con formule che, dicono, catturano l’essenza e l’efficacia curativa del mare per adattarle al ritmo circadiano della pelle. Non l’ho ancora provato, ma il pack è meraviglioso. Nella settimana del Salone ci voleva anche un oggetto di design, bello anche fuori. (Disponibile su The Beautyaholic’s Shop)
Al prossimo lunedì!