I profumi giapponesi: un'arte e un rituale
La via del profumo, come quella del tè, è un rituale spirituale. Un viaggio interiore che alcuni brand stanno cercando di diffondere anche in Occidente
L’ultimo numero di d la Repubblica, in edicola sabato scorso e del quale trovate sul sito sito vari estratti, è una lettera d’amore al Giappone. Tutto il giornale è dedicato al Paese del Sol Levante e nelle pagine beauty ho pensato di fare una piccola inchiesta sulla profumeria artistica made in Japan. E qui, come nel pezzo che trovate in edicola e sul sito, vi racconto cosa ho scoperto.
Il rituale del Kōdō
Che oltre alla cerimonia del tè esistesse un rituale, o meglio una filosofia giapponese dei profumi, io non lo sapevo. Voi?
Eppure il Kōdō – “ko” significa fragranza/incenso e “do” sta per percorso/via – ha tradizioni molto antiche che risalgono al sesto secolo dC, si intrecciano con la storia del Buddismo e con l’usanza di bruciare incensi nei templi per purificare l’ambiente e trasformano un rituale olfattivo in una pratica spirituale. Ancora oggi, infatti, il Kōdō è un’esperienza meditativa dove l’ascolto delle essenze è un viaggio interiore, un metodo per liberare la mente e riconnettersi con se stessi.
La profumeria contemporanea giapponese, soprattutto quella artistica, è ovviamente permeata da questi valori
«Bisogna ascoltare i profumi, invece di limitarsi a sentirli», dice Yasuyuki Shinohara, fondatrice di Di Ser, maison di fragranze basata nel nord del Paese, a Sapporo, «che combinano la tradizione con le tecniche moderne, il visibile con l’invisibile, la vita con l’aldilà». E prosegue: «È importante trasmettere il messaggio che solo i profumi di vera qualità possano dare la felicità. Le fragranze sono un’estensione di spiritualità ed estetica che unite riescono a rendere la vita più dolce».
Il brand oltre a creare profumi, coltiva e distilla 300 tipi diversi di piante medicinali ed erbe aromatiche tra cui la preziosa Hamanasu, una specialità di rosa che cresce solo in Giappone.
«Qui è molto difficile lanciare un nuovo marchio di fragranze perché è complicato assicurarsi le materie prime. Tuttavia, credo che in Giappone ci siano piante uniche e una sensibilità altrettanto unica che insieme possano dare vita a un panorama olfattivo interessante. Mi capita spesso di parlare con profumieri europei, soprattutto francesi, e mi dicono che le richieste da parte di aziende giapponesi sono le più difficili da esaudire: la cultura è troppa diversa. Un esempio? In occidente conta la persistenza, quanto cioè un profumo dura sulla pelle. Qui, invece, non è assolutamente importante. Le composizioni devono essere semplici: non amiamo gli odori forti. E i flaconi devono essere minimali. Noi, per dire, non attacchiamo neanche le etichette sulle bottiglie».
J Scent, dal Giappone all’Italia
J Scent, collezione di fragranze 100% made in Japan ispirate ai sentori nipponici più iconici (le foglie di tè, i ciliegi in fiore, il saké, etc) sta da tempo cercando di varcare i confini nazionali ed è per questo che lo scorso settembre ha presentato le sue novità anche a Pitti Fragranze, a Firenze:
«Il motivo per cui abbiamo lanciato il marchio era proprio il desiderio di diffondere la cultura olfattiva giapponese in tutto il mondo», spiega il fondatore e Ceo del brand Tetsu Amada.
E sulle ragioni per cui, a differenza della J beauty, la profumeria non si sia ancora fatta conoscere a livello internazionale spiega che…
… «mentre i giapponesi hanno un’alta consapevolezza della cura della pelle ed è per questo che l’industria cosmetica locale ha investito molto nello sviluppo di nuovi ingredienti e tecnologie, creando prodotti di alta qualità, per le fragranze invece c’è una cultura molto particolare. Il profumo, tradizionalmente, non è qualcosa da applicare direttamente sulla pelle, ma si indossa in modo indiretto, diffondendolo nell’aria. Profumarsi intensamente, inoltre, è visto negativamente. Negli ultimi anni, però, si sta assistendo a un cambiamento e l’uso delle essenze sta diventando più “comune”. Questa trasformazione sta avvenendo anche grazie al boom della profumeria di nicchia che ha contribuito a diffondere la conoscenza di questa forma d'arte. Marchi come J Scent devono rappresentare un faro per le generazioni a venire, interpretando con orgoglio il titolo di "profumeria giapponese" e cercando di diffonderla in tutto il mondo».
Beauty pills
Dedico al Giappone anche le beauty pills con brand e prodotti ispirati al paese delle Geishe, del mio adorato Tè verde e del sushi.
🌸 Pixi + Hello Kitty
Il brand inglese Pixi ha creato già da un po’ una linea in collaborazione con Hello Kitty. Per teen e non solo. Io la trovo molto divertente.
La trovate qui
🌸 Rituals of Sakura
Rituals, brand olandese che a me piace molto, ha una linea che si chiama Sakura: profumatissima (come tutte le sue linee, d’altronde).
La trovate qui
🌸 Kenzo e il linguaggio dei fiori
In Giappone si chiama Hanakotoba. È il linguaggio dei fiori. Fiori che sono il cuore di Flower by Kenzo, profumo lanciato nel lontano 2000 e che ancora oggi è una fragranza amatissima, in tutte le sue versioni.
Lo trovate qui
Per questa settimana è tutto. Continuate a seguirmi e…
Quanta delicatezza, quanta ricerca e quanta perfezione.